La valutazione degli aspetti verbali della comunicazione nei minori presunte vittime di abusi sessuali: Statement Validity Assessment - SVA e Criteria Based Content Analysis – CBCA

La valutazione degli aspetti verbali della comunicazione nei minori presunte vittime di abusi sessuali: Statement Validity Assessment - SVA e Criteria Based Content Analysis – CBCA

La Statement Validity Assessment – SVA è uno strumento di valutazione delle dichiarazioni incentrato sull’analisi degli aspetti verbali della comunicazione, utilizzato in alcuni paesi (soprattutto Svezia, Germania, Austria, Olanda e Svizzera) in ambito penale per esaminare ciò che viene riferito da bambini considerati presunte vittime di abusi sessuali. Tale tecnica, secondo alcuni esperti, potrebbe essere estesa anche alla valutazione di soggetti adulti in domini differenti ma a tutt’oggi l’ambito di operatività rimane essenzialmente quello originario. Il nucleo centrale della SVA risulta essere il Criteria Based Content Analysis – CBCA, cioè l’analisi del trascritto da parte di un operatore esperto sulla base della presenza/assenza di 19 criteri specifici, individuati a partire delle differenze riscontrabili dal punto di vista cognitivo e motivazionale tra un esperienza realmente vissuta e una inventata.

A esempio racconti che presentano una struttura logica coerente e consistente, organizzati in maniera non strutturata, in ordine non rigidamente cronologico, con riferimento a stati mentali propri o dell’accusato in merito soprattutto alle emozioni provate e ricchi di alcune tipologie di dettagli maturano un indice di verosimiglianza maggiore.
Per quanto concerne i dettagli, il metodo li segmenta in categorie tra cui ricordiamo:

  • Dettagli temporali (“…poi sono passate 4 ore…”);
  • Dettagli spaziali (“…dopo mi ha portato in cucina…”);
  • Dettagli interattivi (“…gli ho chiesto di smettere, lui poi ha riso e mi ha afferrato il braccio…”);
  • Dettagli inusuali (“…c’era un macinino con il manico rosso…”);
  • Riproduzione esatta di parole “(…poi mi ha detto: esci e prendi quelle forbici…”).

Secondo tale strumento, inoltre, chi racconta un episodio realmente accaduto è meno preoccupato di fornire un ricostruzione poco aderente all’idea o allo stereotipo di veridicità, includendo errori, correzioni spontanee e ammissioni di mancanza di memoria.
La checklist di validità è stata sviluppata prendendo in considerazione aspetti ed elementi rilevanti che possono influenzare il punteggio della CBCA come l’età mentale del bambino, la coerenza delle emozioni provate, la predisposizione alle suggestioni dell’intervistatore e la possibilità che la vittima sia stata istruita.
Ricerche di laboratorio hanno osservato che mediante la CBCA è stato possibile classificare in modo corretto sia il 71% delle persone che hanno presentato un racconto reale sia il 71% di quelle che hanno riportato un’esperienza inventata. Tra i limiti di queste ricerche si riporta quello relativo alla struttura del campione di riferimento, costituito solo da studenti e non da bambini.

Condividi